Imma Rossi è indubbiamente il nuovo che avanza.
A 43 anni, con una solida esperienza politica e professione alle spalle, ha deciso di mettersi in gioco presentando la propria candidatura alle prossime elezioni del Senato Accademico dell’Università Luigi Vanvitelli come rappresentante del personale tecnico amministrativo.
Proveniente da un lungo percorso nel mondo della gestione d’impresa e attualmente impegnata nella Divisione Ricerca e Formazione Post-Lauream, Rossi si distingue per il suo forte attaccamento alla comunità e per l’entusiasmo con cui si appresta a rappresentare le colleghe ed i colleghi in un contesto accademico che, come molti, affronta sfide di modernizzazione e sviluppo.
La sua candidatura ha destato interesse anche per il profilo che rappresenta: una donna giovane che affronta una competizione elettorale non semplice in un ambiente spesso dominato da figure di maschili.
Nella sostanza una grande novità, che il consiglio direttivo della segreteria della FGU Gilda ha condiviso e supportato. Imma Rossi traspare intraprendente e combattiva ma sempre garbata: un carattere quasi ossimorico che trova grande armonia nel suo modo di esprimersi e raccontarsi.
Imma Rossi: “Voglio farmi carico delle istanze e delle criticità delle colleghe e dei colleghi dell’Ateneo”
Imma Rossi si racconta con una semplicità che nasconde però una lunga carriera:
“Faccio parte dell’Ateneo Vanvitelli da soli due anni, ma in questo tempo ho avuto modo di lavorare a stretto contatto con tantissime splendide persone venendo a conoscenza delle criticità che devono affrontare quotidianamente sul posto di lavoro – ha spiegato la candidata -.
Con me porto vent’anni di esperienza nel settore amministrazione e finanza, ambiti che mi hanno permesso di sviluppare capacità gestionali e organizzative solide ma che soprattutto mi hanno insegnato il grande valore del lavoro di squadra.
Conoscere le colleghe ed i colleghi, aiutarli senza secondi fini è sempre stata la mia propensione, per questo motivo ho deciso con questa candidatura di farmi carico delle loro istanze”.
Una carriera in ambito aziendale e una propensione naturale al lavoro di squadra e alla leadership costituiscono, dunque, la base del suo impegno attuale e del suo desiderio di fare la differenza all’interno dell’Ateneo.
Una candidatura diversa per una sfida appassionante: “Voglio dare il via ad un nuovo corso”
Essere una giovane donna candidata in questo tipo di elezioni non è una realtà molto comune. Imma Rossi non manca di sottolineare come questa particolarità rappresenti per lei uno stimolo ulteriore. “Le sfide mi piacciono, le raccolgo con grande entusiasmo e questa in particolare la porto avanti con determinazione” afferma, lasciando trasparire una grande convinzione. “Credo che i colleghi che mi hanno sostenuta abbiano visto in me una possibilità di cambiamento ed è proprio quello che intendo dare loro. Da due anni ormai ininterrottamente ho aperto un dialogo sincero con loro, per condividere idee e battaglie comuni. In tal senso non posso non ringraziare la FGU Gilda che mi ha accolta come se fossi una di famiglia ed il segretario Antonio Sorio per aver creduto in me”
La sua visione è chiara: rendere il Senato Accademico un ambiente più inclusivo, dove ogni voce possa essere ascoltata e dove le questioni importanti per il personale siano realmente portate all’attenzione dei decisori. Con una mentalità orientata al dialogo e alla collaborazione dove costruire un ponte tra l’Ateneo e i suoi dipendenti, offrendo un approccio umano e diretto.
Una battaglia da incentrare sulle tematiche: “Le progressioni devono diventare una priorità per allinearsi alle normative ed agli altri Atenei”
Una delle questioni più sentite dal personale riguarda i bandi per le progressioni (PEO e PEV), strumenti di progressione economica e valutativa, la cui frequenza di pubblicazione risulta limitata rispetto ad altri Atenei.
Imma Rossi ha un’idea chiara su come affrontare questo aspetto: “Sarà sicuramente una delle prime tematiche che intendo portare nelle sedi opportune – ha commentato-. Sono convinta che il nostro Ateneo possa lavorare per allinearsi a livello nazionale su queste procedure, rispondendo così alle aspettative dei dipendenti e garantendo loro opportunità di crescita.”
“E’ importantissimo che queste opportunità all’interno dell’ente diventino la norma e non più l’eccezione, com’è stato finora. Ci sono colleghe e colleghi che hanno aspettato moltissimi anni prima di avere l’opportunità di partecipare alle progressioni. Che io venga eletta o meno, ho intenzione di portare avanti questa battaglia: è necessario che l’Ateneo si allinei a quelli della stragrande maggioranza d’Italia.”
Mettere al centro le necessità del personale per ridurre il divario con le altre università e migliorare l’ambiente di lavoro. Imma Rossi ha segnato con un cerchio rosso questo improrogabile impegno: una promessa ed una sfida che ha raccolto senza la minima esitazione.
Rossi: “Non tradirei il mio mandato, importante rappresentare i colleghi e portare la loro voce in Senato Accademico”
Anche sulle parole d’ordine Imma Rossi ha le idee ben chiare: lealtà, senso di appartenenza e competenza.
“Voglio portare la voce delle colleghe e dei colleghi, anche quelli che non mi hanno sostenuta – spiega -. Rappresentare tutti è la mia indole: quando eleggiamo una carica politica anche gli sconfitti vengono rappresentati da essa, ed io voglio farmi carico di questa responsabilità. Sarò leale con tutti ed intendo portare una voce pacata e decisa in Senato Accademico. Se c’è una cosa di cui abbiamo bisogno è la competenza: mi impegnerò come ho sempre fatto anche per studiare, perché è così che si apprendono le cose. Bisogna dare ascolto alle voci dei colleghi esperti che possono sempre insegnare tanto ma soprattutto bisogna essere preparati e chi mi conosce sa la tanta forza di volontà che mi contraddistingue.”
“La sfida è molto interessante – ammette Imma Rossi-, soprattutto per gli aspetti tecnici, e ho sensazioni positive per il prossimo triennio. Mi auguro che tutti vogliano darmi una possibilità. Io ci sto mettendo la faccia, il carattere e la forza di volontà, ma non sono altro che la punta dell’iceberg perché il vero motore di questo progetto sono tutti coloro che ho intorno.”
Poi conclude: “Le donne e gli uomini che lavorano per l’Ateneo devono sapere che possono contare su di me e potranno sempre, per questo spero nel loro sostegno!”.